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al testo di Adielle
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Dove si da il caso che spesso finiscano le avventure in codesto reame, come canta la canzone il garbo e il guano dallo stesso polmone per elezioni forzate del respiro in divenire per sancire la sconfitta del primato sul tentativo. O almeno brandire un lieto fine nonostante le ambizioni del re siano segrete per i sudditi i più arditi cercano misteri fino a sera sopra ai tetti deposte le armi, la milizia lascia stare le avanguardie al loro destinarsi a fini premature senza nervi e circostanti permanenze lasciano al tempo il motivo di cui nutrirsi, almeno fino a quando la paura di cambiare ci lascerà uguali seduti sugli scranni di variabili comandamenti a tessere le lodi del nostro provincialismo. Prendere e lasciare nella tensione del traffico urbano delle vene il siero indipendente delle tue volontà conforta la strada di fini disumane a cui non giunga nessuna possibilità di cambiare la nostra condizione di comuni mortali. Con lo stile di un Cirano, soverchiato dagli affanni dell' amore. Perturbato si guarda intorno, in cerca di una resa auspicabile in cui possa riversare tutto il suo onore magnificato. A pianeti limitrofi annette responsabili trazioni verso l' ignoto. Viaggiare nello spazio senza riuscire a capire le ragioni del vuoto su cui sospende la sua procedura d' intercessione radicalizzando un metro di giudizio che non ammette perdita di controllo e scansione di fotoni dal futuro. Con gli occhi chiusi e i pensieri sfusi da considerarsi refusi di calcoli ulteriori, uno ad uno. Una lezione senza precauzioni su come impiegare la stagione degli addii e i testimoni lugubri cipressi una flora del perdono cui affidare il proprio testamento sono il baricentro su cui si regge in equilibrio il senso di tutta la storia. Un cimitero di astronavi a pochi centimetri dal petto da cui riscattare voli siderali per un altroquando. Una confusa, prolissa sedazione, prima dell' espianto porziuncola calcarea d' infiniti altari.
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